Il progetto

 Questa rassegna nasce per evidenziare,  l’unicità e la irripetibilità dell’ossessione personale che si traduce in ossessione d’arte, grazie alla sensibilità  della Massenzio Arte, sempre pronta a cogliere le esigenze artistiche che si manifestano e a dare l’occasione di renderle possibili mettendo in disponibilità lo spazio della galleria di via del Commercio 12, le qualità umane, la fiducia: in un certo senso seguendo la meravigliosa e persistente ossessione che anima e muove i suoi membri.

Questo per sottolineare, ancora una volta e con precisione, che gli spazi, in questo caso la galleria, non sono e non devono essere ridotti a semplici contenitori o cornici di eventi, neutrali rispetto al dialogo con gli attori e le motivazioni che definiscono il disegno e la struttura dell’operare artistico.

E’ uno spazio qualificante, nelle tre personali, nei tre differenti modi di allestimento, come nella potente platonicità delle intenzioni che muovono i singoli interventi e nella serietà del loro realizzarsi.

E’ un tracciato in cui vedere declinata e ribadita una cifra distintiva, un’evidenza di stile, una attitudine di rischio, una meccanica di ricerca, una differenziazione non casuale o strumentale, ma critica,  persistente e degenerante rispetto al canone.  

Viene ad essere sollecitata e a definirsi la  persistenza  e ricorrenza di un codice proprio, unico ed irripetibile  all’interno dell’opera, e nel dettato esistenziale che agisce nei suoi interpreti, che sono chiamati ad un dialogo di interazione e confronto tra loro, alla possibilità di azioni, di modalità di manifestazione e rappresentazione  alternativa  rispetto a quelle  che sono operative all’interno dei consueti sistemi di svolgimento contemporaneo dell’arte.

Le manifestazioni e le ossessioni dei tre artisti chiamati per questa prima trilogia non potrebbero essere formalmente meno assimilabili, ma De Obsessione non promuove né ricerca l’omologia, nemmeno però intende aprire ed aderire alle dinamiche di frammentazione e decostruzione del senso così attive su tanti altri palcoscenici:  è essenziale cifra comune la resa fisica del terrore esistenziale nella coscienza come nel corpo, nell’opera come nell’interprete, per sfuggire ai consueti meccanismi di propagazione, negazione o rimpianto del codice, che generano rappresentazioni meramente culturali o occasionalità post-moderne di nicchia o di massa in cui stemperare ed esaurire tensioni, addomesticare attitudini, mercificare radicalità, svilire messaggi.

Cristiano Gabrielli 

Gli artisti della prima Trilogia di Persistenza

e

gli appuntamenti presso la Galleria Massenzio Arte

 

Dal 7 maggio al 16 maggio: BOND_AGE    

Cristina Cerminara opera attraverso il disegno, definendo tramite il dipanarsi del tratto un percorso emotivo che viaggia nelle regioni della coscienza e della mente pur rappresentando l’eros carnale, in un tentativo paradossale e poetico di assimilazione per assurdo che, nell’era dei legami labili, imprime segni forti e duraturi all’affermazione del proprio divenire femminile, superando ogni tipizzazione definibile come pornografica nell’evidenza del proprio scandalo.

Ribaltando e rinnovando, proprio mentre sembra ribadirli in una possessione animale ed animistica, definisce e rappresenta archetipi potenti ed apparentemente inquietanti nel loro conquistato gigantismo sfacciato, in realtà gioiosi, liberanti e liberi da ogni paravento di morale: le dinamiche alternative del desiderio, del possesso, della carne nel loro eterno ritorno.  

Sulla gomma, materiale di trasgressione, replica felicemente e stratifica quanto annota sulla carta o traccia sul vetro o sulla sabbia, nelle sculture cerca una morfologia ed una destinazione d’uso  impropria e contaminatoria che ne ridefinisca l’esistenza per essenza: ancora la saldezza e la profondità e l’alta temperatura del legame d’amore che sfugge a qualunque cancellazione, sia essa strumentalmente meccanica o banalmente psicologica.

 

Dal 21 maggio al 30 maggio: CARTA D’IDENTITA’ 

Francesca Vitale sintetizza per accumulo, pretestualizza la definizione dell’identità propria per utilizzarla come stadio dello specchio utile alla conquista di una identità pos­sibile, che è alterità di fatto proprio nel momento dell’incontro con il proprio essere cosciente.

Parte dall’impronta e la utilizza come sagoma sensibile in cui materializza una qualità pittorica che rende possibile l’assonanza ed il riconoscimento diventando una madreforma di calligrafia, un prototipo non scontato di autoriconoscimento ed affermazione del sé profondamente sacro nel suo assoluto laicismo.

Nelle installazioni  racconta il suo mondo magrittiano ,  nevosi che è poetica perché in cerca dell’emozione del reale. Recupera simulacri di oggetti ed indumenti anneriti, amati nell’uso o calcificati che rappresentino la cifra umana di un percorso possibile, tra positivo e negativo, memoria e realtà: un tao che nella ridefinizione dell’immagine fotografica come possibilità di sviluppo antifotografica, anticronachistica, ne contiene per summa la capacità tecnica e la sua lieta negazione, il racconto fedele e la favola, la maturità del dato oggettivo  e l’arcadia  della soggettività dell’infanzia, il teatrino e l’Opera, il nerbo e l’ironia profonda.

La ricerca del linguaggio come raccordo tra frammenti di un discorso amoroso che è anche conquistato piacere del testo.

 

Dal 15 ottobre al 24 ottobre INCOMPRES[2]O

Cristiano Gabrielli parla di un’alchimia del personale che vive di simboli, segni ed eventi non casuali  nell’uomo come negli spazi, nel disegno-struttura come nell’epitelio tecnologico che gli si sovrappone. Oltre all’arte evidenzia il bisogno del suo retro quinta, di reali interazioni, di effettive inferenze: lo svelarsi delle suo carattere nella frequentazione dei territori dell’ossessione, dell’incomunicabile, dell’incomprensione e della durezza, della non comprimibilità, il suo farsi a prezzo e grazie a tutto questo, il suo santificarsi, la sua possibilità di divenire risorsa per attraversare la contemporaneità, e finalmente uscirne.

Tramite un sincretismo apparentemente eretico, realizzato con il dialogo tra i simboli  ed i linguaggi di ogni scienza sacra e le modalità proprie della grafica e del fumetto mette in luce l’essenza assoluta dei significati e la valenza supericonica dell’opera, in aperta rottura polemica con la loro assenza altrove incoraggiata nei mezzi dell’arte come nelle rappresentazioni di massa, nei linguaggi ed in tutte le piattaforme che diventano zeitgeist.  Nell’allestimento proposto la stanza, da prigione inquisitoria dell’incomprensibile,­­ diviene il gabinetto logologico in cui  fuggono e si espandono,  liberati da ogni forma di pararealtà,  i semi che germinano più vere, piene ed acute possibilità di esistenza.


Oggetto

mostra arte contemporanea

 

Autori

Cristina Cerminara

Francesca Vitale

Cristiano Gabrielli

 

Organizzazione a cura di

Associazione Culturale Massenzio Arte

www.massenzioarte.it

e-mail: massenzioarte@massenzioarte.it

              florindo.ruta@massenzioarte.it

              maurizio.chelucci@massenzioarte.it

tel: 06.83601822

 

Luogo

Galleria MassenzioArte

via del Commercio 12

Roma

 

Mezzi pubblici

metro B: fermata Piramide + bus 23 o 271 o 769 (su via Ostiense)

 

Orari

Lun –  Sab 16.00-19.00 ( dom. e festivi  chiuso)

ingresso libero

 

Durata

maggio, giugno, ottobre

 

Inaugurazione

16 maggio 2009 ore 18.00

 

 

Ufficio Stampa

339-8712557

cristianogabrielli@virgilio.it